Cos’è la gastroenterite?
La gastroenterite è un’infiammazione a carico di stomaco e intestino, che si manifesta con una serie di sintomi ben precisi. Causata principalmente da virus, può in realtà avere anche origini batteriche ed essere perciò trasmessa da cibi o acqua contaminati.
Non solo, alla base di una gastroenterite, può esservi anche un abbassamento delle difese immunitarie dovuto ad una influenza o una terapia antibiotica. In ogni caso, al di là della causa scatenante, l’infiammazione colpisce con sintomi identici che comprendono: vomito, diarrea, gonfiore addominale, perdita di appetito, astenia, meteorismo, ecc.
In base alla durata del disturbo, la gastroenterite può inoltre distinguersi in: acuta, persistente e cronica. Nel primo caso, l’infiammazione ha una durata di pochi giorni, ovvero inferiore a quindici giorni. La gastroenterite persistente, invece, ha un decorso lento e non si risolve mai prima delle due settimane. Infine, quella cronica ha una durata anche superiore ai 30 giorni.
Naturalmente, a seconda della tipologia, sono previste terapie e rimedi differenti. In ogni caso, quando la gastroenterite si manifesta è bene intervenire immediatamente sulla dieta, cercando di reintegrare i liquidi persi e privilegiando l’assunzione di cibi astringenti.
Gastroenterite cosa mangiare
La principale conseguenza di questo disturbo è infatti la disidratazione, cui si rischia di andare incontro in caso di sintomi acuti e prolungati.
Per questo motivo, in presenza di gastroenterite il primo consiglio è di bere molta acqua e modificare la propria dieta. I cibi astringenti, in particolare, sono tutti quegli alimenti che consentono di contrastare la diarrea e che favoriscono la solidificazione delle feci.
Fra questi rientrano diverse varietà di frutta e verdura fra cui: il limone, le patate, le carote, ma anche mele, fragole, mirtilli e banane. Il primo, in particolare, andrebbe consumato regolarmente al naturale, con poco zucchero oppure dolcificato con del miele che, soprattutto se di acacia o di timo, contribuisce a svolgere un effetto astringente. Le patate e le carote, invece, andrebbero mangiate bollite. Le seconde, in particolare, oltre ad avere proprietà astringenti, svolgerebbero anche un’importante azione antinfiammatoria e, grazie alla grande quantità di fibre, contribuirebbero a mantenere il colon in salute.
E non finisce qui. Uno degli alimenti più consigliati in caso di gastroenterite è il riso in bianco. Altamente digeribile, è infatti in grado di regolare la flora intestinale, favorendo così il ripristino del corretto funzionamento di tutto l’apparato.
Diarrea: cibi da evitare
Il consumo di questi alimenti rappresenta quindi un primo step per contrastare i sintomi della gastroenterite e favorire una più veloce ripresa. Tuttavia, per essere davvero certi di seguire la dieta giusta, è bene evitare cibi che, al contrario di quelli astringenti, favoriscono l’evacuazione o la formazione di gas intestinali.
In caso di gastroenterite, quindi, bisognerebbe tenersi alla larga dal consumo di legumi, latte, caffè, cioccolato, ma anche verdure quali: broccoli, spinaci, lattuga, pomodori, ecc. Il rischio, infatti, è di peggiorare la situazione e aggravare la manifestazione dei sintomi.
Probiotici a cosa servono
Un ulteriore aiuto può invece arrivare dal consumo di alcuni integratori specifici, che prendono il nome di probiotici.
Si tratta di sostanze che favoriscono il corretto funzionamento dell’apparato gastro-intestinale attraverso il ripristino della naturale flora batterica. I probiotici sono quindi preziosi in caso di gastroenterite e dovrebbero essere assunti, in modo preventivo, anche in seguito ad influenza o ad una terapia antibiotica. In questi casi, infatti, si verifica un’alterazione della flora intestinale, che può comportare l’insorgenza di una serie di disturbi e infiammazioni.
I probiotici possono essere assunti attraverso integratori naturali e sono spesso abbinati ai prebiotici. Si tratta di sostanze non digeribili dall’organismo, la cui azione favorisce lo sviluppo e l’attività di quei batteri buoni, come i bifidobatteri o il lattobacilli, utili per la salute di sistema immunitario e metabolico. I prebiotici lavorano quindi in sinergia con i probiotici e ne promuovono l’attività.
Probiotici e prebiotici: l’integratore Simbiotic
A questo proposito, in caso di gastroenterite o alterazione della flora batterica, noi di Benessence suggeriamo di utilizzare SimBiotic, un integratore alimentare in capsule vegetali a base di probiotici e prebiotici.
La formulazione del prodotto nasce da un’attenta ricerca di ceppi selezionati di lieviti e batteri vitali, a cui è stata aggiunta dell’Inulina biologica, che funge da prebiotico. Questa sostanza è in grado di assicurare la sopravvivenza dei ceppi vitali contenuti nelle capsule e fornisce, al tempo stesso, nutrimento ai batteri buoni presenti all’interno del colon. Inoltre, le capsule vegetali consentono ai probiotici e prebiotici di attraversare il pH acido dello stomaco e sono quindi in grado di resistere ai succhi gastrici.
In questo modo il contenuto all’interno della capsula viene liberato solo una volta raggiunto l’intestino, esplicando al meglio la sua funzione. Certificato VeganOK, Simbiotic non contiene glutine né altri allergizzanti e può quindi essere assunto da tutta la famiglia (sopra i 12 anni di età). Una capsula corrisponde alla dose di 20 miliardi UFC, mentre la dose giornaliera consigliata è di 40 miliardi.
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